Oltre ai volumi in sé, soprattutto di ambito letterario, storico‐linguistico, teorico‐critico del primo e secondo Novecento, la raccolta presenta una intrinseca peculiarità archivistica per la cospicua presenza di inserti, postille, dediche, note di possesso, segni di lettura, ecc., che ne fanno un documento prezioso per la tradizione culturale. Molte sono le prime edizioni, riviste e collane spente, rarità difficilmente reperibili.
Maria Corti è stata anche protagonista di un’intensa attività giornalistica e di promozione culturale su testate milanesi, con diffusione nazionale, come “Il Giorno” e “la Repubblica”. Molti dei volumi recensiti sono presenti nella sua biblioteca personale, e presentano tracce consistenti di lettura e annotazione, così che è possibile seguire il lavoro di avantesto (uno dei capisaldi del modello teorico cortiano) dei suoi pezzi. Spesso i volumi contengono ritagli di giornali che costituiscono una fonte importante documentaria a rischio di dispersione, data la fragilità del supporto cartaceo.
Oltre a ciò, la biblioteca personale di Maria Corti è, nel suo insieme, uno “strumento critico” per gli studi filologici, stilistici e semiotici, che hanno caratterizzato la cosiddetta “Scuola di Pavia”, una scuola di studi letterari innovativa, legata allo strutturalismo, di cui furono protagonisti, oltre a Maria Corti, importanti docenti quali Cesare Segre, Dante Isella, Giovanni Caravaggi, ecc.).
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